Un racconto che comincia a Torino nel 1673. Un viaggio secolare.
Un dialogo fitto con Organi di tutela, città e persone.
Questa è la storia del Restauro di un palazzo e di un’epoca.



L’Isolato di Sant’Apollonia è uno dei pochi complessi edilizi sopravvissuto ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Una testimonianza fisica di come appariva la città nel XVII Secolo, che accompagna lo sguardo tra Via Po e la collina torinese.



Come sempre, il progetto di restauro ha inizio nelle stanze degli Archivi Storici, tra documenti e disegni antichi. Le indagini diagnostiche sui manufatti si trasferiscono su carta e vengono interpretati criticamente, al fine di trovare la direzione ideale per riportare alla luce l’originario aspetto del bene.




La storia guida i progetti. I progetti guidano i cantieri. La filosofia WAU è fedele a se stessa: rivelare il palinsesto storicosignifica raccontare la storia della città attraverso l’architettura.
Amedeo di Castellamonte nel 1673 progetta il secondo ampliamento della città Capitale verso il Po su un tratto dell’antica strada della calce. Una Scenografia di collegamento tra il centro di Torino e la collina, la campagna. L’esigenza di una nuova formula urbanistica abbinata una nuova estetica urbana si scontra con l’aggregazione disordinata e casuale della città medievale. Piazza Castello è una cerniera tra passato e futuro e il progetto dei fronti della Contrada di Po costituisce l’immagine iconica del rinnovamento.



I blocchi di imbocco dalla Piazza, inconclusi fino al progetto di Bertolotto del 1830 ca, sono le quinte teatrali della prospettiva verso il Fiume. E qui la riscoperta del Gris de lin, oggi Gridellino, colore grigio azzurro caro a Maria Cristina di Francia con cui tutta Piazza Castello è stata decorata. Sfumature tenui ma vibrate, aspetto plastico e rigore geometrico si mescolano alla tecnologia per riportare in luce questo brano di città. 2500 mq di facciate, 7137 metri di tubo da ponteggio, 438 Uomini-giorno, 9 mesi di lavori. Un solo cantiere.